La scuola fa l'errore di non coltivare connnessioni? Ho avuto al liceo insegnanti maestro! Ricordo un mio prof. che a una delle prime lezioni riempì la lavagna con l'enorme scritta "I care". Ricordo le lezioni/connessioni di vita e cultura, di almeno altri due dei miei prof. (sempre liceali), da cui scaturiva voglia di apprendere. Si, è vero, ho sperimentato anche la scolarizzazione e adesso la sto sperimentato ancora di più, ma ho imparato la lezione dell'I care.
Ammiro la metafora del "coltivare le connessioni", del prendersene cura come un contadino non dimentica mai il tempo giusto per piantare un seme, innaffiare la pianta, e renderla viva. Spesso, insegnamento e apprendimento procedono in direzione opposta, o si scontrano e non ne esce nulla. Internet offre enormi opportunità: non scontri, nè vie solitarie, ma connessioni con la libertà di coltivarle, per apprendere dai milioni di utenti della rete, senza limiti verso nessuno, semplicemente con una giusta e attenta discriminazione. Dunque: un ringraziamento alla rete e ad ogni singolo nodo! Rimango in parte scettica:noi non viviamo in rete; come stabilire connessioni autogenerative nella realtà? Come recuperare la capacità di ascoltare, di trasmissione generazionale del sapere, l'empatia, il giusto tono, l'entusiasmo, (e che in parte credo di aver visto in qualche insegnante), che sono state le armi dei grandi maestri del tempo e sono simbolo di un prendersi cura della connessione da parte di chi insegna e di chi apprende? A volte mi sembra che internet faciliti molto la situazione con la vasta gamma di scelta di connessioni. Lascia un'enorme rete nelle mani del singolo, ma sembra distante dalla vita reale in cui le connessioni, in qualche modo, devono instaurarsi...ma sopravvivono con difficoltà perchè il contadino sembra aver dimenticato come prendersene cura...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento