...ed ecco che il primo algoritmo si dimostra veritiero! Il mio Fit (frequenza, intensità e tempo dedito all' attività fisica) risulta essere solo il 36%...un pò pochino direi!
Comunque per convincervi o convincermi che non è stato un pomeriggio perso...
Gli algoritmi medici di Medal.org sono davvero interessanti. Mantengo qualche dubbio sull'affidabilità, o meglio sulla possibilità di gestire una diagnosi con 4 dati, 3 risposte a x e un calcolo del computer! Ovviamente credo che l'obiettivo e la soddisfazione di un medico in primis sia quello di diagnosticare e curare da sè e in equipe, in un consulto di...MENTI UMANE!
Ma qualcosa è comunque interessante:
Mi colpiva il calcolo dell'ipotetica quantità di sangue necessaria in un'operazione chirurgica sulla base per es. dei valori di Hb nel sangue; o la % di invalidità di un uomo sulla base dell' abilità o meno di svolgere le comuni attività da solo o con aiuto.
Et dulcis in fundus..ecco la spiegazione del titolo del post:
La scala che calcola il dolore di un bambino in base alla sua espressione facciale, a quanto, come e se ride, a se e quanto parla, a smorfie e sogghigni, o al suo comportamento generale è la cosa che mi ha colpito di più!
Esistono due scale apposite:
- Children's Hospital of Eastern Ontario Pain Scale (CHEOPS) in Young Children.
- Riley Infant Pain Scale (RIPS).
Ho appena vissuto l' esperienza dell' Ospedale dei Pupazzi che mi ha toccato davvero tanto. Pensavo alla capacità immaginativa dei bambini, a quanto riescano ad essere influenzati da ciò che li circonda e anche alla loro capacità di prenderti in giro. Alla poca voglia di interagire di alcuni di loro, al timore e alla chiusura in se stessi! Insomma alla necessità di dover instaurare un rapporto con loro fatto di fiducia ma che non si basa solo su questo. Ci vuole capacità doppia di comprensione per poter capire anche la parola non detta, uno sguardo impaurito. E' indispensabile tuttavia, mettere il bambino a proprio agio perchè si fidi di te. Inoltre: MAI orientare un bimbo a dire qualcosa che non è la verità! mai anticipare le sue risposte... Mai dire: non è vero? non è così? Dare sempre più possibilità di risposta e dargli tempo...
Mi sono confrontata con molti di questi aspetti nell' esperienza dell' OdP e credo sia difficile il rapporto con i bimbi. E' opportuno un rapporto vero tra un pediatra e il suo piccolo paziente, perchè il medico possa comprendere cosa ha, quanto dolore sente... Tutte queste difficolta mettono un pò di paura, paura di non capire bene cosa il bambino vuole esprimere! Credo che il primo passo sia crearvi un rapporto che da, vi assicuro, tanta gioia e soddisfazione, saper osservare, saper ascoltare, scendere nei tempi e nella semplicità di un bambino che non è un piccolo uomo...
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